Passa ai contenuti principali

Spaghettini al pomodoro a "devozione" e finale Pomorosso d'autore 2018

Special thanks to Riccardo Melillo photographer 

Era qualche giorno fa, il 23 luglio, il giorno della finale Pomorosso d'autore 2018
Un’ultima prova, a sorpresa, attende i finalisti: cucinare spaghettini al pomodoro.
Solo olio extravergine d’oliva come condimento concesso, insieme all'aglio ed al basilico fresco. 
La giuria è già schierata e pronta ai dieci assaggi, uno per finalista.
La scelta tra i pomodori La Fiammante da usare è tra passata di pomodoro rosso, pomodorini gialli in conserva, pacchetelle di pomodorini del Vesuvio, pelati  San Marzano.
Tempo di cottura degli spaghettini di Gragnano, Pastificio dei Campi, 6 minuti: un filo di preoccupazione fa capolino, ma prende il sopravvento la voglia di divertirsi e cucinare in compagnia. Intanto penso, ma è già il mio turno.

Special thanks to Riccardo Melillo photographer 

Vado di olio e aglio a soffriggere appena in un padellone; aggiungo tutta la passata di pomodoro a disposizione, appena al bollore, salo e calo gli spaghettini direttamente nel sugo, come per la "devozione"
A un passo da me e dalle altre concorrenti, tra loro Shamira Gatta che vincerà il Contest, Rosa del Gaudio che riceverà una menzione speciale per la ricetta più cliccata e lo Chef stellato Peppe Guida, Osteria nonna Rosa. 
Mi ci è voluta una bella faccia di bronzo per preparargli una sua “devozione”.

Special thanks to Riccardo Melillo photographer 

Porto a cottura la pasta con l’aggiunta di acqua bollente presa dai bollitori, a cucina è professionale, siamo allo Yacht Club Marina di Stabia, rimesto delicatamente con una maxi cucchiarella, non giro, piuttosto smuovo il contenuto del padellone. Gli spaghettini cominciano ad imbibirsi di sugo e a rilasciare amido, le bollicine del sugo si infittiscono e rimpiccioliscono, alleluia. I minuti passano. Un attimo ancora e gli spaghettini al pomodoro sono da impiattare. Un filo d’olio extra vergine d'oliva e via, avvolti nei piatti bianchi, bellissimi, foglioline di basilico fresco a profumare. I camerieri escono per servire i giurati. E’ andata.

Foto ricordo

La bellezza del Vesuvio e dello scoglio di Rovigliano visti dallo Yacht Club Marina di Stabia 

Due giorni dopo, il viaggio avrebbe continuato il suo corso ed io avrei raggiunto la squadra Pomorosso da Salvatore Acampora, presso l’azienda agricola sita alle pendici del Vesuvio ad Ercolano (Na), il quale ci avrebbe parlato dei suoi pomodorini del Piennolo.

Piennolo




L'interno della bacca della var. Acampora

Le signore che intrecciano i piennoli


Commenti

Post popolari in questo blog

Migliaccio dolce napoletano nelle due versioni

Il migliaccio dolce è una tipica preparazione napoletana del periodo di Carnevale.  In famiglia se ne facevano due versioni, una " classica " ed una coi “ capellini d'angelo ”, una pasta secca di grano duro tipo spaghettino, ma con un diametro minore. Recentemente il Dr. Giuseppe Viscardi mi ha scritto queste note sulle origini ed il significato del migliaccio, un dolce antichissimo: il migliaccio dolce viene preparato nell'anno solare, per la prima volta il 17 gennaio (Sant'Antonio Abate), giorno in cui, secondo la tradizione napoletana, finisce il tempo di Natale e comincia il Carnevale.  È un dolce carico di significati, apre e chiude una festa invernale per poi lasciar posto ad un altro dolce, la pastiera, fondamentalmente molto simile, ma che però, al posto della semola di grano duro ottenuta dal raccolto dell'anno prima, sostituisce i primi chicchi di grano (probabilmente ancor prima orzo) del nuovo raccolto.  Attraverso questi sapori...

O' pane cuotto

O’ pane cuotto è una ricetta poverissima ed antica, una sorta di zuppa, che come ingrediente principale ha il pane duro, vecchio, quello che a Napoli si chiama “ sereticcio ”. Ce ne sono tante varianti, con sugna o con olio, con pomodorino o senza, con aglio o cipolla, con uovo o senza, con formaggio o senza, ma due sono gli ingredienti principali, il pane duro e l’alloro. Quella che ricordo dall'infanzia, è questa versione. E dunque, per prepararla, si comincia facendo bollire in una piccola casseruola in un dito d’acqua, lo spicchio d'aglio, una foglia di alloro (il lauro secco) spezzettata, un filo d’olio, un pizzico di sale e se ci sono, un paio di pomodorini del piennolo schiacciati, fino a far ridurre il liquido della metà. In un piatto fondo, intanto, si mettono i pezzetti di pane raffermo; si condiscono con il “brodo” ridotto, un pizzico di pepe nero e si consuma ancora caldo.

Sciroppo di limone, arancia o mandarino

Nei mesi freddi c'è abbondanza di agrumi in giardino ed io le penso tutte per conservarli. In piena estate, ad esempio, scarseggiano i limoni, oltre ovviamente, le arance, i mandarini, i pompelmi. E allora, mi è venuta in mente quella santa donna di zia Carmela , quella della marmellata o confettura al microonde  quella che in piena estate ci prepara delle l imonate da manuale, dissetanti, con quel suo sciroppo  che diluisce nell'acqua minerale frizzante freddissima e serve con qualche cubetto di ghiaccio.  Mi sono subito adoperata (mi scuso per le bottigliette non proprio da food blogger) ed ecco la ricetta,  per chi se ne serve (cit.) : spremere il succo dell'agrume prescelto, ad esempio il limone; filtrarlo, pesarlo ed aggiungervi lo stesso peso, in zucchero semolato. Scaldare il liquido su fiamma moderata, facendo sciogliere lo zucchero, mescolando di tanto in tanto, senza protrarre troppo l'ebollizione.  Una volta raffreddato, travasa...