Passa ai contenuti principali

Tarte tatin alla percoca col pizzo

 

L'idea della tarte tatin, nonostante la stagione estiva, mi è ritornata in mente leggendola qui, dove viene preparata con le pesche, mentre questa mia, l'ho preparata con la percoca col pizzo, prodotto tradizionale campano, dal profumo inebriante, dalla polpa soda e sapore dolce - acidulo, che inizia ad essere di stagione in questo periodo, essendo più tardiva rispetto alle altre varietà. 
Insomma, come al solito, preferisco sempre i prodotti del mio territorio, la Campania felix, che ho imparato ad apprezzare ed amare nel tempo. 
Per preparare questa tatin, occorrono un paio di percoche sode e mature, il caramello e la pate sablèe per il suo buon sapore di mandorle, che ho preferito alla pasta frolla. 

Le dosi indicate sono per uno stampo da 26 cm di diametro.

Pate sablée 

• 250 g di farina 00 debole
• 120 g di burro morbido
• 30 g di farina di mandorle
• 90 g di zucchero sottile
• 1 uovo piccolo
• un pizzico di sale
• la scorza di un limone bio grattugiata
• un cucchiaio raso di succo di limone
• vaniglia

Caramello a secco 

preparato con 200 g di zucchero in una padella antiaderente;
qui un bel video  per preparalo con successo.

Due percoche a fette



Procedimento:

Preparare la pate sablée a mano, oppure in planetaria in questo modo: nella ciotola dell'impastatrice mettere il burro a pezzetti, lo zucchero e la farina di mandorle; impastare per pochi secondi, con la frusta a foglia; poi, aggiungere l'uovo, il sale, la vaniglia, la scorza del limone ed il succo, impastare ancora brevemente, unire la farina poca per volta. Impastare solo il tempo necessario ad amalgamare tutto, quindi sigillarla con pellicola alimentare e metterla a riposare in frigorifero.
Trascorse 4 /5 ore, riprendere l'impasto dal frigo e stenderlo allo spessore di  pochi mm.

Foderare la teglia con carta forno, versarci il caramello caldo, sistemare le fette di percoca a raggiera e ricoprire con la pasta; eliminarne l'eccesso, sigillare bene i bordi. Coprire con carta alluminio ed infornare alla temp. di 180 °C per circa 20 minuti. Eliminare la carta alluminio e cuocere per altri 15 minuti, dovrà dorarsi.
Aspettare che si raffreddi appena e sformare il dolce sul piatto da portata.

Commenti

Post popolari in questo blog

Migliaccio dolce napoletano nelle due versioni

Il migliaccio dolce è una tipica preparazione napoletana del periodo di Carnevale.  In famiglia se ne facevano due versioni, una " classica " ed una coi “ capellini d'angelo ”, una pasta secca di grano duro tipo spaghettino, ma con un diametro minore. Recentemente il Dr. Giuseppe Viscardi mi ha scritto queste note sulle origini ed il significato del migliaccio, un dolce antichissimo: il migliaccio dolce viene preparato nell'anno solare, per la prima volta il 17 gennaio (Sant'Antonio Abate), giorno in cui, secondo la tradizione napoletana, finisce il tempo di Natale e comincia il Carnevale.  È un dolce carico di significati, apre e chiude una festa invernale per poi lasciar posto ad un altro dolce, la pastiera, fondamentalmente molto simile, ma che però, al posto della semola di grano duro ottenuta dal raccolto dell'anno prima, sostituisce i primi chicchi di grano (probabilmente ancor prima orzo) del nuovo raccolto.  Attraverso questi sapori...

O' pane cuotto

O’ pane cuotto è una ricetta poverissima ed antica, una sorta di zuppa, che come ingrediente principale ha il pane duro, vecchio, quello che a Napoli si chiama “ sereticcio ”. Ce ne sono tante varianti, con sugna o con olio, con pomodorino o senza, con aglio o cipolla, con uovo o senza, con formaggio o senza, ma due sono gli ingredienti principali, il pane duro e l’alloro. Quella che ricordo dall'infanzia, è questa versione. E dunque, per prepararla, si comincia facendo bollire in una piccola casseruola in un dito d’acqua, lo spicchio d'aglio, una foglia di alloro (il lauro secco) spezzettata, un filo d’olio, un pizzico di sale e se ci sono, un paio di pomodorini del piennolo schiacciati, fino a far ridurre il liquido della metà. In un piatto fondo, intanto, si mettono i pezzetti di pane raffermo; si condiscono con il “brodo” ridotto, un pizzico di pepe nero e si consuma ancora caldo.

Paccheri al pomodoro con foglie di limone da un'idea felice dello Chef Peppe Guida

Paccheri al pomodoro con foglie di limone da  un'idea felice dello Chef Peppe Guida Le  foglie di limone  regalano un aroma particolare a questo piatto: il solito colpo di genio di Peppe Guida . Ho la fortuna di avere qualche albero di limoni, che qualche tempo fa erano anche in fiore e di qui l'aggiunta personale dei petali profumati. E dunque, la ricetta: 80 grammi di paccheri o schiaffoni per persona passata di pomodoro q.b. qualche foglia fresca di limone la scorza di limone grattugiata qualche dadino di scamorza  un cucchiaio di parmigiano grattugiato stagionato qualche foglia di basilico fresco olio evo q.b. calare i paccheri e nel frattempo,  far imbiondire l'aglio schiacciato in un tegame, aggiungere la passata di pomodori, un pizzico di sale, le foglie di limone; quindi aggiungere la pasta al dente, aggiungere la scamorza, il parmigiano grattugiato, pochissimo burro e mantecare; infine, aggiungere un filo d'olio a fiamma spenta ed il basilico fresco con...