Passa ai contenuti principali

I topini svizzeri da passeggio


Questa è la seconda ricetta da passeggio pensata per il cibo “Street food” o da strada,  con la quale partecipo al concorso “Swiss Cheese Parade” ideato da Formaggi dalla Svizzera e Peperoni e Patate.
Degli ottimi formaggi svizzeri ho utilizzato sia il Gruyere che lo Sbrinz.
I piccoli panini al formaggio svizzero a forma di topino, li ho realizzati usando la ricetta dei panini maialini tratta dal blog di Gaia, Profumo di mamma.


Dosi per una quarantina di topini:
  • 500 g di farina 00
  • 280 g d'acqua
  • 20 g di zucchero
  • 8 g di sale
  • 12 g di lievito di birra fresco
  • 70 g di olio d'oliva extra vergine

Sciogliere il lievito di birra e un cucchiaino di zucchero in 60 g d'acqua appena tiepida (presa dal totale). Nella ciotola della planetaria mettere tutta la farina, aggiungere il composto col lievito, tutta l'acqua e lo zucchero e impastare con la foglia, aggiungere il sale. Ad impasto formato, aggiungere a filo l'olio d'oliva e incordare.
Lasciare lievitare per un paio d'ore (dipende dalla temperatura esterna).
Quindi, sgonfiare la pasta, stenderla con il mattarello ad
uno spessore di circa 6 mm e ritagliare col coppapasta o un bicchiere dal diametro di 8 cm.

Riempire i cerchietti con un pezzetto di Gruyere o di Sbrinz, chiudendo i cerchietti di impasto sotto. Appoggiare le palline su una teglia foderata di carta forno, con la chiusura sotto. Con i ritagli, fare le orecchie, il nasino e la codina. Le orecchie sono palline schiacciate, come il musetto che è una pallina più piccola, la coda è un cordoncino. Per incollare i vari pezzettini, basta bagnarli.
Finita questa operazione, i topini saranno pronti per essere infornati in forno già caldo (ventilato) a 170° C per circa un quarto d'ora o finché saranno dorati.
Li ho accompagnati con cubetti di Sbrinz e Gruyere, perché si sa che pure i topini amano il formaggio svizzero.

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Migliaccio dolce napoletano nelle due versioni

Il migliaccio dolce è una tipica preparazione napoletana del periodo di Carnevale.  In famiglia se ne facevano due versioni, una " classica " ed una coi “ capellini d'angelo ”, una pasta secca di grano duro tipo spaghettino, ma con un diametro minore. Recentemente il Dr. Giuseppe Viscardi mi ha scritto queste note sulle origini ed il significato del migliaccio, un dolce antichissimo: il migliaccio dolce viene preparato nell'anno solare, per la prima volta il 17 gennaio (Sant'Antonio Abate), giorno in cui, secondo la tradizione napoletana, finisce il tempo di Natale e comincia il Carnevale.  È un dolce carico di significati, apre e chiude una festa invernale per poi lasciar posto ad un altro dolce, la pastiera, fondamentalmente molto simile, ma che però, al posto della semola di grano duro ottenuta dal raccolto dell'anno prima, sostituisce i primi chicchi di grano (probabilmente ancor prima orzo) del nuovo raccolto.  Attraverso questi sapori...

O' pane cuotto

O’ pane cuotto è una ricetta poverissima ed antica, una sorta di zuppa, che come ingrediente principale ha il pane duro, vecchio, quello che a Napoli si chiama “ sereticcio ”. Ce ne sono tante varianti, con sugna o con olio, con pomodorino o senza, con aglio o cipolla, con uovo o senza, con formaggio o senza, ma due sono gli ingredienti principali, il pane duro e l’alloro. Quella che ricordo dall'infanzia, è questa versione. E dunque, per prepararla, si comincia facendo bollire in una piccola casseruola in un dito d’acqua, lo spicchio d'aglio, una foglia di alloro (il lauro secco) spezzettata, un filo d’olio, un pizzico di sale e se ci sono, un paio di pomodorini del piennolo schiacciati, fino a far ridurre il liquido della metà. In un piatto fondo, intanto, si mettono i pezzetti di pane raffermo; si condiscono con il “brodo” ridotto, un pizzico di pepe nero e si consuma ancora caldo.

Francesina dolce

La francesina è un delizioso dolce di pasta sfoglia  farcito, in genere, con crema pasticcera ed amarena o crema al cioccolato e che si trova sempre meno frequentemente oramai, nelle pasticcerie napoletane. Ho provato timidamente a rifarle, in versione mignon . Con la pasta sfoglia inversa ( la pâte feuilletée inversée ) , la cui ricetta troverete qui , ho ricavato un rettangolo di pochi millimetri di spessore; l'ho arrotolato e poi tagliato a fette spesse circa un paio di centimetri. Da queste, un po' come si fa per i " tappi " delle sfogliatelle ricce, ho ricavato dei coni che ho farcitio con crema ed amarena, sigillandone la base. Ogni francesina , l'ho infine, passata nello zucchero semolato e poi, posata su una placca da forno ricoperta con l'apposita carta. Ho infornato alla temperatura di 170° C  per una mezz'ora, fino a doratura e caramellizzazione dello zucchero.