Passa ai contenuti principali

Tallucci di zucchine San Pasquale


Verso la fine di giugno, nel napoletano, si estirpano le piante di zucchine o cocozzielli, perchè alla fine del ciclo colturale. Mi riferisco allo zucchino varietà "San Pasquale", che presenta frutti di forma cilindrica oblunga, di colore verde con presenza di striature di colore verde più chiaro. Di solito viene raccolto  quando raggiunge dimensioni tra i 20 - 30 cm. Il nome probabilmente deriva dal fatto che la piantina, tradizionalmente, viene messa a dimora nei giorni in cui si celebra San Pasquale Baylon, il 17 maggio.

Nei ricordi d'infanzia, ritrovo mia nonna Maria che coltivava le zucchine per la vendita, china tra le file di piante irsute dai bei fiori color arancio, a lavorare col capo coperto da un fazzoletto, per proteggersi dal sole.
Alcune zucchine venivano lasciate crescere fino a dimensioni di mezzo metro ed oltre, perchè molto ricercate in quanto ottime per preparare gli zucchini alla scapece. E' una preparazione tradizionale, semplice, che prevede che questo tipo di zucchine sia tagliato orizzontalmente a fette circolari, per essere poi fritto e condito con olio d'oliva, aceto di vino e menta fresca.
Alcuni di questi cocozzielli, i più belli, nonna li selezionava e segnava tra le file, in campagna, dove li lasciava maturare, fino a diventare di colore giallo. Al loro interno si erano formati e maturati i semi, che una volta estratti ed essiccati, avrebbero costituito la semente per la semina dell'anno successivo.

tallucci di zia Anna
Allora, dicevo che sulle piante di "cocozzielli" estirpate verso la fine di giugno, si trovano ancora piccolissime zucchine non giunte a maturazione, fiori e cimette, che sapientemente recuperate, offrono un piatto povero, di recupero, ma delizioso e da veri intenditori, che si può gustare solo in quel periodo dell'anno.


La ricetta è semplicissima:
puliti pazientemente i "tallucci" dalle parti non edibili; ricavatene quindi tutte le piccole zucchine, i fiori e le cimette (per quattro persone ne occorreranno circa 800 g) si lavano e lessano brevemente in acqua leggermente salata, si scolano da tutta l'acqua di cottura; a questo punto, si fanno insaporire in un sughetto di pomodorini rossi, preparato soffriggendo in olio extra vergine d'oliva, uno spicchio d'aglio e i pomodorini rossi freschi (una ventina) schiacciati e aperti con le mani. Far insaporire ed aggiungere qualche fogliolina di basilico spezzata con le mani, poco prima di servire.

Commenti

Post popolari in questo blog

Sciroppo di limone, arancia o mandarino

Nei mesi freddi c'è abbondanza di agrumi in giardino ed io le penso tutte per conservarli. In piena estate, ad esempio, scarseggiano i limoni, oltre ovviamente, le arance, i mandarini, i pompelmi. E allora, mi è venuta in mente quella santa donna di zia Carmela , quella della marmellata o confettura al microonde  quella che in piena estate ci prepara delle l imonate da manuale, dissetanti, con quel suo sciroppo  che diluisce nell'acqua minerale frizzante freddissima e serve con qualche cubetto di ghiaccio.  Mi sono subito adoperata (mi scuso per le bottigliette non proprio da food blogger) ed ecco la ricetta,  per chi se ne serve (cit.) : spremere il succo dell'agrume prescelto, ad esempio il limone; filtrarlo, pesarlo ed aggiungervi lo stesso peso, in zucchero semolato. Scaldare il liquido su fiamma moderata, facendo sciogliere lo zucchero, mescolando di tanto in tanto, senza protrarre troppo l'ebollizione.  Una volta raffreddato, travasarlo in b

Migliaccio dolce napoletano nelle due versioni

Il migliaccio dolce è una tipica preparazione napoletana del periodo di Carnevale.  In famiglia se ne facevano due versioni, una " classica " ed una coi “ capellini d'angelo ”, una pasta secca di grano duro tipo spaghettino, ma con un diametro minore. Recentemente il Dr. Giuseppe Viscardi mi ha scritto queste note sulle origini ed il significato del migliaccio, un dolce antichissimo: il migliaccio dolce viene preparato nell'anno solare, per la prima volta il 17 gennaio (Sant'Antonio Abate), giorno in cui, secondo la tradizione napoletana, finisce il tempo di Natale e comincia il Carnevale.  È un dolce carico di significati, apre e chiude una festa invernale per poi lasciar posto ad un altro dolce, la pastiera, fondamentalmente molto simile, ma che però, al posto della semola di grano duro ottenuta dal raccolto dell'anno prima, sostituisce i primi chicchi di grano (probabilmente ancor prima orzo) del nuovo raccolto.  Attraverso questi sapori

Pasta, patate e provola

E' un piatto tipico del napoletano,  un primo piatto di pasta,  una minestra quotidiana con patate e provola. La versione che ho preparato resta classica, ma è un po' più leggera  della versione tradizionale che secondo me, essendo più ricca in grassi, è più adatta ai climi invernali. Ingredienti per  2 persone N. 3 patate medie tagliate a dadini 120 g di pasta mista o mezzi canneroni lisci  cipolla q.b. un pezzo di gambo di sedano  un pezzetto di carota qualche fogliolina di basilico fresco n. 2  pomodorini rossi del piennolo  100 g circa di provola tagliata a dadini, tenuta qualche giorno in frigo  una crosta di parmigiano ( se disponibile) formaggi grattugiati  stagionati (parmigiano, pecorino, caciocavallo), se piacciono. pepe nero q.b. Procedimento: in un tegame ho versato un bel fondo d'olio extra vergine d'oliva e messo sia la cipolla che il sedano affettati sottilmente, insieme ad un trito fine di carota ed ai pomodorini schiacc