Passa ai contenuti principali

Ravioli con funghi e noci tostate su fonduta di Caciocavallo


La seconda ricetta per il CACIO a cavallo, il Contest de "La Tramontina" e del blog Cappuccino e cornetto, per la categoria PIATTI DELLE FESTEè:
 "ravioli con funghi e noci tostate su fonduta di Caciocavallo"
E' un piatto appena un po' laborioso del precedente da preparare, ma a mio avviso, molto saporito. Può rappresentare la prima portata di un pranzo delle Feste, in cui sarà stato sicuramente preceduto, così come seguito, da altre pietanze deliziose e festaiole.

Questi ravioli di pasta fresca, possono essere preparati in anticipo e congelati. In questo modo, vengono drasticamente abbreviati i tempi per la realizzazione del piatto in periodi, come quelli delle festività natalizie, sempre pieni di impegni. Il condimento invece, si preparerà al momento.
Oltre al Caciocavallo, meglio se appena stagionato, nella ricetta sono previsti tutti ingredienti propri della stagione autunno - invernale, come i funghi pioppini od anche i porcini e le noci di Sorrento.

Dosi per una ventina di ravioli, sufficienti per 4 - 5 persone, ingredienti:

per la sfoglia:

  • 160 g circa di semola rimacinata di grano duro (per me una ottima senatore Cappelli)
  • 200 g d’acqua
  • 2 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
  • un pizzico di sale
per il ripieno:

  • 200 g di caciottina primo sale
  • 60 g di Caciocavallo grattugiato
per il condimento:
  • fonduta di Caciocavallo: 200 g di Caciocavallo grattugiato e 400 g di latte intero
  • noci di Sorrento tostate col guscio
  • funghi (pioppini o porcini)  puliti, 400 g circa
  • olio evo
  • peperoncino
  • uno spicchio d'aglio
Preparazione:


portare al bollore l’acqua leggermente salata, aggiungere l’olio evo e poi tutta la semola, togliere dal fuoco e mescolare, passare su una spianatoia e lavorare fino ad avere un impasto omogeneo. Farlo riposare coperto per una mezz’ora.
Nel frattempo, preparare il ripieno mescolando la caciottina con il caciocavallo grattugiato.

Stendere una prima sfoglia facendo attenzione a cospargere il ripiano di semola. Formare dei mucchietti di ripieno, coprire con un’altra sfoglia, coppare formando i ravioli e sigillando bene i bordi. Appoggiare i ravioli, su un vassoio cosparso di semola, senza sovrapporli.


Preparare la fonduta di Caciocavallo, riscaldando a bagnomaria il latte, aggiungendo il caciocavallo e mescolando di continuo, fino a quando il composto risulterà leggermente addensato.

Soffriggere appena uno spicchio d'aglio con del peperoncino piccante in un tegame con olio evo; aggiungere i funghi puliti e portarli a cottura. Aggiustare di sale.

Portare l’acqua al bollore, salare e cuocere i ravioli, facendo attenzione perché sono un po' delicati, fino a quando non risaliranno in superficie.

Scolarli delicatamente, non sovrapporli e saltarli nel tegame con i funghi. Intanto, disporre nei piatti da portata, la fonduta di caciocavallo tiepida, poggiarvi sopra i ravioli, poi i funghi e cospargere con i gherigli di noci tostate e tritate.


Questa ricetta è stata inserita in home page sul sito ufficiale dell' Expo2015 World Recipe

Commenti

  1. Piatto stratosfericoooooo! *_*
    Bellissimo! Mi piace proprio, vado ad aggiungerlo alla lista! ^_^
    in bocca al lupo per il contest

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Migliaccio dolce napoletano nelle due versioni

Il migliaccio dolce è una tipica preparazione napoletana del periodo di Carnevale.  In famiglia se ne facevano due versioni, una " classica " ed una coi “ capellini d'angelo ”, una pasta secca di grano duro tipo spaghettino, ma con un diametro minore. Recentemente il Dr. Giuseppe Viscardi mi ha scritto queste note sulle origini ed il significato del migliaccio, un dolce antichissimo: il migliaccio dolce viene preparato nell'anno solare, per la prima volta il 17 gennaio (Sant'Antonio Abate), giorno in cui, secondo la tradizione napoletana, finisce il tempo di Natale e comincia il Carnevale.  È un dolce carico di significati, apre e chiude una festa invernale per poi lasciar posto ad un altro dolce, la pastiera, fondamentalmente molto simile, ma che però, al posto della semola di grano duro ottenuta dal raccolto dell'anno prima, sostituisce i primi chicchi di grano (probabilmente ancor prima orzo) del nuovo raccolto.  Attraverso questi sapori...

O' pane cuotto

O’ pane cuotto è una ricetta poverissima ed antica, una sorta di zuppa, che come ingrediente principale ha il pane duro, vecchio, quello che a Napoli si chiama “ sereticcio ”. Ce ne sono tante varianti, con sugna o con olio, con pomodorino o senza, con aglio o cipolla, con uovo o senza, con formaggio o senza, ma due sono gli ingredienti principali, il pane duro e l’alloro. Quella che ricordo dall'infanzia, è questa versione. E dunque, per prepararla, si comincia facendo bollire in una piccola casseruola in un dito d’acqua, lo spicchio d'aglio, una foglia di alloro (il lauro secco) spezzettata, un filo d’olio, un pizzico di sale e se ci sono, un paio di pomodorini del piennolo schiacciati, fino a far ridurre il liquido della metà. In un piatto fondo, intanto, si mettono i pezzetti di pane raffermo; si condiscono con il “brodo” ridotto, un pizzico di pepe nero e si consuma ancora caldo.

Francesina dolce

La francesina è un delizioso dolce di pasta sfoglia  farcito, in genere, con crema pasticcera ed amarena o crema al cioccolato e che si trova sempre meno frequentemente oramai, nelle pasticcerie napoletane. Ho provato timidamente a rifarle, in versione mignon . Con la pasta sfoglia inversa ( la pâte feuilletée inversée ) , la cui ricetta troverete qui , ho ricavato un rettangolo di pochi millimetri di spessore; l'ho arrotolato e poi tagliato a fette spesse circa un paio di centimetri. Da queste, un po' come si fa per i " tappi " delle sfogliatelle ricce, ho ricavato dei coni che ho farcitio con crema ed amarena, sigillandone la base. Ogni francesina , l'ho infine, passata nello zucchero semolato e poi, posata su una placca da forno ricoperta con l'apposita carta. Ho infornato alla temperatura di 170° C  per una mezz'ora, fino a doratura e caramellizzazione dello zucchero.