Passa ai contenuti principali

Un dolce con la melannurca

 

E' un dolce facile, veloce, senza pretese, con la mia amata melannurca, amica di tante avventure e che ho preparato con sole uova, zucchero, farina ed un limone dal nostro giardino. Non sto ad elencare i "senza", ma è abbastanza salutare e non molto calorica.


La ricetta, 
a chi gli serve (cit.):

n. 4 mele annurca: lavarle, sbucciarle, tagliarle in quarti, cospargendoli con il succo di limone per non farli scurire;


caramello a secco: mettere in una padella antiaderente, 120 grammi di zucchero ed un pizzichino di sale e far caramellare. Unire le mele, mescolare per farle ricoprire col caramello, aggiungere 150 grammi d'acqua, un cucchiaio di succo di limone e farle cuocere su fiamma bassa, fino ad ammorbidirle e sino a che l'acqua non evapori;

impasto (pan di spagna): occorrono 3 uova grandi, 90 g farina 00, 90 g zucchero, un pizzico di sale, la buccia di limone bio, grattugiata. Nella planetaria, far battere con la frusta a gomitolo, alla massima velocità, le uova, lo zucchero ed un pizzico di sale, fino ad avere una spuma ferma; aggiungere la farina setacciata a velocità minima e spegnere la planetaria; eventualmente, mescolare delicatamente, staccando la frusta dall’apparecchio, per uniformare bene gli ingredienti 

Foderare con carta forno, una teglia da 24 cm di diametro; sistemarci i quarti di mela, versare l'impasto, livellare ed infornare in modalità ventilata, alla temperatura di 160° C, per 30 minuti circa.


Sformare e spennellare con uno sciroppo preparato facendo bollire per qualche minuto, 100 grammi d'acqua, 40 grammi di zucchero e d una scorzetta di un limone bio.

Commenti

Post popolari in questo blog

Migliaccio dolce napoletano nelle due versioni

Il migliaccio dolce è una tipica preparazione napoletana del periodo di Carnevale.  In famiglia se ne facevano due versioni, una " classica " ed una coi “ capellini d'angelo ”, una pasta secca di grano duro tipo spaghettino, ma con un diametro minore. Recentemente il Dr. Giuseppe Viscardi mi ha scritto queste note sulle origini ed il significato del migliaccio, un dolce antichissimo: il migliaccio dolce viene preparato nell'anno solare, per la prima volta il 17 gennaio (Sant'Antonio Abate), giorno in cui, secondo la tradizione napoletana, finisce il tempo di Natale e comincia il Carnevale.  È un dolce carico di significati, apre e chiude una festa invernale per poi lasciar posto ad un altro dolce, la pastiera, fondamentalmente molto simile, ma che però, al posto della semola di grano duro ottenuta dal raccolto dell'anno prima, sostituisce i primi chicchi di grano (probabilmente ancor prima orzo) del nuovo raccolto.  Attraverso questi sapori...

O' pane cuotto

O’ pane cuotto è una ricetta poverissima ed antica, una sorta di zuppa, che come ingrediente principale ha il pane duro, vecchio, quello che a Napoli si chiama “ sereticcio ”. Ce ne sono tante varianti, con sugna o con olio, con pomodorino o senza, con aglio o cipolla, con uovo o senza, con formaggio o senza, ma due sono gli ingredienti principali, il pane duro e l’alloro. Quella che ricordo dall'infanzia, è questa versione. E dunque, per prepararla, si comincia facendo bollire in una piccola casseruola in un dito d’acqua, lo spicchio d'aglio, una foglia di alloro (il lauro secco) spezzettata, un filo d’olio, un pizzico di sale e se ci sono, un paio di pomodorini del piennolo schiacciati, fino a far ridurre il liquido della metà. In un piatto fondo, intanto, si mettono i pezzetti di pane raffermo; si condiscono con il “brodo” ridotto, un pizzico di pepe nero e si consuma ancora caldo.

Francesina dolce

La francesina è un delizioso dolce di pasta sfoglia  farcito, in genere, con crema pasticcera ed amarena o crema al cioccolato e che si trova sempre meno frequentemente oramai, nelle pasticcerie napoletane. Ho provato timidamente a rifarle, in versione mignon . Con la pasta sfoglia inversa ( la pâte feuilletée inversée ) , la cui ricetta troverete qui , ho ricavato un rettangolo di pochi millimetri di spessore; l'ho arrotolato e poi tagliato a fette spesse circa un paio di centimetri. Da queste, un po' come si fa per i " tappi " delle sfogliatelle ricce, ho ricavato dei coni che ho farcitio con crema ed amarena, sigillandone la base. Ogni francesina , l'ho infine, passata nello zucchero semolato e poi, posata su una placca da forno ricoperta con l'apposita carta. Ho infornato alla temperatura di 170° C  per una mezz'ora, fino a doratura e caramellizzazione dello zucchero.