Passa ai contenuti principali

Pinolate del papà di Antonia

Nei primi anni ’70 a San Giorgio a Cremano (Na), ridente cittadina ai piedi del Vesuvio che sarebbe solo in seguito divenuta famosa grazie a Massimo Troisi, apriva una grande pasticceria, "la Siciliana". Ci andavano spesso, a prendere la merenda e tra tutte le delizie esposte nelle enormi vetrine, il più delle volte sceglievo la pinolata.


Molti anni dopo, Antonia Russo, che viene da una famiglia di pasticcieri, un bel giorno in una discussione sul forum di gennarino, ne pubblicò la ricetta, questa, tratta proprio dai quaderni di ricette del suo adorato papà pasticciere, Michele. 
Ho scritto questo post con l'intenzione di dedicarlo ad Antonia, che proprio in questi giorni ha dato inizio alla sua avventura da blogger solista con il suo Appunti di cucina di Rimmel.

Ora, tornando alle pinolate, bisogna prendere atto che queste, purtroppo, sono quasi del tutto scomparse dall'assortimento delle pasticcerie napoletane, probabilmente a causa dell'elevato costo dei pinoli con cui sono preparate e che quindi, può valere la pena di prepararsele da se, fosse solo per non perdere la nostra tradizione (funiculì funiculà).

Ingredienti:

  • 250 g di mandorle sgusciate con la pellicina
  • 450 g di zucchero semolato (ho usato quello aromatizzato con le bacche di vaniglia)
  • 100 g di farina di semola di grano duro
  • 3 albumi da uova grandi
  • ½  fialetta di essenza di mandorla amara
  • 3 g di ammoniaca per dolci
  • almeno 250 g di pinoli
Procedimento:

ho tritato insieme le mandorle con lo zucchero fino a ridurre il tutto in farina; ho aggiunto la semola e miscelato; a parte ho montato a neve gli albumi e li ho aggiunti delicatamente al composto delle farine, infine ho aggiunto l’essenza di mandorla amara e l’ammoniaca; l’impasto dovrà risultare abbastanza consistente. Ho formato le pinolate, che tradizionalmente sono a forma di fagiolo, con le mani umide poiché il composto è molto appiccicoso; ho preparato su una superficie piana uno strato di pinoli e mano a mano che formavo le pinolate, ne premevo leggermente la parte superiore sullo strato di pinoli e le adagiavo sulle teglie ricoperte con carta forno.
Ho cotto in forno ventilato a 120° C per circa un’ora ovvero fino a quando sono diventate asciutte.
Se conservate in scatole di latta, le pinolate, dopo qualche giorno, diventano ancora più buone.


Commenti

  1. Grazie Maria,ti sono venute benissimo.
    antonia

    RispondiElimina
  2. Li ho fatti oggi, sono identici a quelli del pasticcere!!! sono rimasti tutti senza parole :D grazie :D

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Sciroppo di limone, arancia o mandarino

Nei mesi freddi c'è abbondanza di agrumi in giardino ed io le penso tutte per conservarli. In piena estate, ad esempio, scarseggiano i limoni, oltre ovviamente, le arance, i mandarini, i pompelmi. E allora, mi è venuta in mente quella santa donna di zia Carmela , quella della marmellata o confettura al microonde  quella che in piena estate ci prepara delle l imonate da manuale, dissetanti, con quel suo sciroppo  che diluisce nell'acqua minerale frizzante freddissima e serve con qualche cubetto di ghiaccio.  Mi sono subito adoperata (mi scuso per le bottigliette non proprio da food blogger) ed ecco la ricetta,  per chi se ne serve (cit.) : spremere il succo dell'agrume prescelto, ad esempio il limone; filtrarlo, pesarlo ed aggiungervi lo stesso peso, in zucchero semolato. Scaldare il liquido su fiamma moderata, facendo sciogliere lo zucchero, mescolando di tanto in tanto, senza protrarre troppo l'ebollizione.  Una volta raffreddato, travasarlo in b

Migliaccio dolce napoletano nelle due versioni

Il migliaccio dolce è una tipica preparazione napoletana del periodo di Carnevale.  In famiglia se ne facevano due versioni, una " classica " ed una coi “ capellini d'angelo ”, una pasta secca di grano duro tipo spaghettino, ma con un diametro minore. Recentemente il Dr. Giuseppe Viscardi mi ha scritto queste note sulle origini ed il significato del migliaccio, un dolce antichissimo: il migliaccio dolce viene preparato nell'anno solare, per la prima volta il 17 gennaio (Sant'Antonio Abate), giorno in cui, secondo la tradizione napoletana, finisce il tempo di Natale e comincia il Carnevale.  È un dolce carico di significati, apre e chiude una festa invernale per poi lasciar posto ad un altro dolce, la pastiera, fondamentalmente molto simile, ma che però, al posto della semola di grano duro ottenuta dal raccolto dell'anno prima, sostituisce i primi chicchi di grano (probabilmente ancor prima orzo) del nuovo raccolto.  Attraverso questi sapori

Pasta, patate e provola

E' un piatto tipico del napoletano,  un primo piatto di pasta,  una minestra quotidiana con patate e provola. La versione che ho preparato resta classica, ma è un po' più leggera  della versione tradizionale che secondo me, essendo più ricca in grassi, è più adatta ai climi invernali. Ingredienti per  2 persone N. 3 patate medie tagliate a dadini 120 g di pasta mista o mezzi canneroni lisci  cipolla q.b. un pezzo di gambo di sedano  un pezzetto di carota qualche fogliolina di basilico fresco n. 2  pomodorini rossi del piennolo  100 g circa di provola tagliata a dadini, tenuta qualche giorno in frigo  una crosta di parmigiano ( se disponibile) formaggi grattugiati  stagionati (parmigiano, pecorino, caciocavallo), se piacciono. pepe nero q.b. Procedimento: in un tegame ho versato un bel fondo d'olio extra vergine d'oliva e messo sia la cipolla che il sedano affettati sottilmente, insieme ad un trito fine di carota ed ai pomodorini schiacc